SANGIOVESE / CABERNET SAUVIGNON


SANGIOVESE / CABERNET SAUVIGNON
La Toscana è benedetta da un terroir che la rende perfetta per la coltivazione della vite. Il suo territorio prevalentemente collinare, l’influenza del mare, i suoli, senza contare l’antichissima tradizione vitivinicola… Molte sono le varietà di uva che si possono coltivare, e si coltivano, in questa zona. Ma quelle che hanno dato i risultati più straordinari sono senz’altro due in particolare: il Sangiovese e il Cabernet Sauvignon.
Il Sangiovese è il vitigno principe della Toscana, nonché il vitigno autoctono più diffuso in tutta Italia. Aromi di frutta rossa e di terra, un bel calore su una trama di tannini eleganti… Il Sangiovese dà il meglio di sé in Toscana, dove il terreno arenario gli dona aromi di iris e viola. Il Sangiovese sta al Chianti Classico come il Nebbiolo sta al Barolo: la perfetta espressione del terroir. Si deve al Barone Ricasoli il merito di aver compreso le potenzialità delle uve Sangiovese, rispetto alle altre varietà autoctone, e di avergli dato una proporzione maggioritaria nel blend. Se l’uva Sangiovese è nota in particolare per il Chianti, essa è d’altronde alla base anche di altre denominazioni toscane di grande fama: Morellino di Scansano, Brunello di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano.

A partire dagli anni ’70 del secolo scorso, però, un altro nobile vitigno ha iniziato a insediarsi nel dominio, allora incontrastato, del Sangiovese. Si inizia a piantare sulla costa toscana un’uva di Bordeaux, il Cabernet Sauvignon, uno dei vitigni internazionali più apprezzati di sempre. Un vino visionario è stato l’apripista: il leggendario Sassicaia, da una parcella a Bolgheri, della Tenuta San Guido. Un Cabernet Sauvignon che ha saputo fin da subito mettersi allo stesso livello dei più grandi château bordolesi. I viticoltori toscani riconoscono finalmente le potenzialità del Cabernet Sauvignon e altri vitigni internazionali (Merlot, Cabernet Franc, Syrah…) e inizia così la cosiddetta rivoluzione dei Super Tuscan. Il Cabernet Sauvignon di Bogheri porta con sé i suoi aromi tipici sui frutti neri, le spezie, i sentori erbacei, che si integrano alla perfezione con gli aromi del terroir (fiori). Più muscolare del Sangiovese e con tannini più austeri, il vitigno bordolese beneficia in Toscana di un terroir che lo rende complesso e seducente.
A partire dagli anni ’70 del secolo scorso, però, un altro nobile vitigno ha iniziato a insediarsi nel dominio, allora incontrastato, del Sangiovese. Si inizia a piantare sulla costa toscana un’uva di Bordeaux, il Cabernet Sauvignon, uno dei vitigni internazionali più apprezzati di sempre. Un vino visionario è stato l’apripista: il leggendario Sassicaia, da una parcella a Bolgheri, della Tenuta San Guido. Un Cabernet Sauvignon che ha saputo fin da subito mettersi allo stesso livello dei più grandi château bordolesi. I viticoltori toscani riconoscono finalmente le potenzialità del Cabernet Sauvignon e altri vitigni internazionali (Merlot, Cabernet Franc, Syrah…) e inizia così la cosiddetta rivoluzione dei Super Tuscan. Il Cabernet Sauvignon di Bogheri porta con sé i suoi aromi tipici sui frutti neri, le spezie, i sentori erbacei, che si integrano alla perfezione con gli aromi del terroir (fiori). Più muscolare del Sangiovese e con tannini più austeri, il vitigno bordolese beneficia in Toscana di un terroir che lo rende complesso e seducente.
SANGIOVESE E CHIANTI CLASSICO
CABERNET SAUVIGNON E BOLGHERI
DOC DI ELEZIONE: Bolgheri DOC
BLEND:
La denominazione Bolgheri DOC può riferirsi a vini bianchi, rossi o rosati.
-Le principali uve rosse utilizzate sono: Cabernet Sauvignon (0-100%); Merlot (0-100%); Cabernet Franc (0-100%); Syrah (0-50%); Sangiovese (0-50%).
-Le principali uve bianche sono Vermentino e Sauvignon Blanc.
AROMI al NASO: Il naso è complesso ed evoca i profumi del bosco, tra mirtilli, il tipico cassis (ribes nero) e more, che si mescolano al muschio e ai sentori minerali. Altri profumi caratteristici sono le note terrose, il rabarbaro, la prugna, l’eucalipto, il cedro, le ciliegie sotto spirito e il tabacco. Le note floreali del terroir si esprimono in tutto il loro charme. Per le maturazioni in legno viene di solito utilizzata la barrique in stile bordolese, che dona un boisé ben presente.
Palato: Il sorso è maestoso, ampio e con tannini che avvolgono la bocca. La struttura è notevole. Austero in gioventù, fa uscire la sua innata eleganza con gli anni.
quando berlo:
Gli appassionati di vini robusti e sugli aromi primari troveranno la loro felicità con un giovane Bolgheri. Ma è con il trascorrere degli anni e dei decenni che il Cabernet Sauvignon impara a domare la sua irruenza e diventa di un’eleganza sopraffina, balsamico e complesso, senza mai perdere in struttura.
con cosa berlo: Grigliata
Per imparare a conoscerlo: Scopri Le Macchiole
SANGIOVESE E CHIANTI CLASSICO
DOCG DI ELEZIONE: Chianti Classico DOCG
BLEND:
- 100% Sangiovese;
- Minimo 80% Sangiovese e fino a 20% di uve rosse idonee alla coltivazione in Toscana
AROMI AL NASO: Il bouquet floreale di giaggiolo e mammola è tipico del terreno arenario di questa zona e ne diventa un elemento organolettico caratterizzante. Anche la rosa fa spesso la sua comparsa, insieme alla peonia. Si trovano poi gli aromi di frutti di bosco, di amarena, ciliegia, prugna. Si affacciano terrosi ricordi di sottobosco. Gli invecchiamenti in legno (di solito botte grande) apportano i sentori di sandalo, tabacco, caffè e vaniglia, senza che di solito sopraffacciano il naso.
Palato:
I frutti e i fiori emergono tra gli aromi. In bocca è fine, con tannini importanti, ma di seta. L’insieme è equilibrato da una buona acidità. Il sole della Toscana si rispecchia in genere in vini solari, caldi e franchi.
QUANDO BERLO: Il Sangiovese, specialmente in Chianti Classico, si presta a lunghissimi invecchiamenti. Nei primi anni l’espressione del terroir si farà dominante, per poi evolvere con il tempo verso gli aromi terziari e una gentile rotondità.
CON COSA BERLO: Bistecca alla fiorentina
PER IMPARARE A CONOSCERLO:
Scopri
Castello di Volpaia
DOCG DI ELEZIONE: Chianti Classico DOCG
BLEND:
- 100% Sangiovese;
- Minimo 80% Sangiovese e fino a 20% di uve rosse idonee alla coltivazione in Toscana
AROMI AL NASO: Il bouquet floreale di giaggiolo e mammola è tipico del terreno arenario di questa zona e ne diventa un elemento organolettico caratterizzante. Anche la rosa fa spesso la sua comparsa, insieme alla peonia. Si trovano poi gli aromi di frutti di bosco, di amarena, ciliegia, prugna. Si affacciano terrosi ricordi di sottobosco. Gli invecchiamenti in legno (di solito botte grande) apportano i sentori di sandalo, tabacco, caffè e vaniglia, senza che di solito sopraffacciano il naso.
Palato:
I frutti e i fiori emergono tra gli aromi. In bocca è fine, con tannini importanti, ma di seta. L’insieme è equilibrato da una buona acidità. Il sole della Toscana si rispecchia in genere in vini solari, caldi e franchi.
QUANDO BERLO: Il Sangiovese, specialmente in Chianti Classico, si presta a lunghissimi invecchiamenti. Nei primi anni l’espressione del terroir si farà dominante, per poi evolvere con il tempo verso gli aromi terziari e una gentile rotondità.
CON COSA BERLO: Bistecca alla fiorentina
PER IMPARARE A CONOSCERLO:
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castello di Volpaia
DOC DI ELEZIONE: Bolgheri DOC
BLEND:
La denominazione Bolgheri DOC può riferirsi a vini bianchi, rossi o rosati.
-Le principali uve rosse utilizzate sono: Cabernet Sauvignon (0-100%); Merlot (0-100%); Cabernet Franc (0-100%); Syrah (0-50%); Sangiovese (0-50%).
-Le principali uve bianche sono Vermentino e Sauvignon Blanc.
AROMI al NASO: Il naso è complesso ed evoca i profumi del bosco, tra mirtilli, il tipico cassis (ribes nero) e more, che si mescolano al muschio e ai sentori minerali. Altri profumi caratteristici sono le note terrose, il rabarbaro, la prugna, l’eucalipto, il cedro, le ciliegie sotto spirito e il tabacco. Le note floreali del terroir si esprimono in tutto il loro charme. Per le maturazioni in legno viene di solito utilizzata la barrique in stile bordolese, che dona un boisé ben presente.
Palato: Il sorso è maestoso, ampio e con tannini che avvolgono la bocca. La struttura è notevole. Austero in gioventù, fa uscire la sua innata eleganza con gli anni.
quando berlo:
Gli appassionati di vini robusti e sugli aromi primari troveranno la loro felicità con un giovane Bolgheri. Ma è con il trascorrere degli anni e dei decenni che il Cabernet Sauvignon impara a domare la sua irruenza e diventa di un’eleganza sopraffina, balsamico e complesso, senza mai perdere in struttura.
con cosa berlo: Grigliata
Per imparare a conoscerlo: Scopri Le Macchiole