Vini della Borgogna
La Borgogna è una regione che produce fra i più grandi vini francesi, frutto di alcune fra le più prestigiose denominazioni di Francia. Culla del Pinot Noir e dello Chardonnay, ne resta il terroir di...Mostra di più
La Borgogna, una regione votata alla valorizzazione del terroir
La Borgogna è una delle regioni che producono i migliori vini di Francia e nel mondo. Uno stile di vini imprescindibile dal territorio e dai due vitigni bandiera della regione, Pinot Nero e Chardonnay.
Borgogna, una regione emblema della Francia dei vini
Impossibile pensare alla Francia viti-vinicola senza pensare alla Borgogna. Regione mostro sacro dell’esagono, insieme alla zona di Bordeaux e alla Champagne, la Bourgogne è da sempre posizionata in cima all’Olimpo dell’eccellenza enologica.
Se nei vini di Bordeaux e della Champagne grandissima parte dell’interesse che riscuotono è dato dall’abilità degli enologi vinificatori, che decidono proporzioni degli assemblaggi e stili di vinificazione, per i vini della Borgogna è un po’ diverso. Naturalmente il talento degli enologi è fondamentale, ma tradizionalmente qui ciò che differenzia una proprietà dalla sua vicina, per non parlare dei diversi vini di una medesima proprietà, è il territorio. Un territorio le cui potenzialità sono state comprese fin da subito, nella storia viticola della regione.
Il sistema di classificazione unico della Borgogna
Il vigneto della Borgogna si estende su meno di 30.000 ettari, una superficie non così grande in effetti, che rappresenta circa il 3% della produzione enoica francese. Si trova nella Francia centro-orientale, sulla riva ovest della Saona, un affluente del Rodano, e si sviluppa da nord a sud tra Digione e Lione.
Si è parlato di territorio. In questa regione è così importante e differenziato che, al contrario di quanto accade a Bordeaux, per esempio, dove la classificazione qualitativa fa riferimento alle proprietà, qui fa riferimento alla situazione geografica. Con un sistema di classificazione unico, alla base della piramide troviamo le 7 Aoc del vino “regionale”, il Borgogna. In seguito, le 44 Aoc dei Borgogna Village, che prendono il nome dal loro villaggio di origine. Tra questi, i più prestigiosi sono i Premier Cru, che aggiungono al nome del villaggio, quasi sempre, quello del climat – le piccole parcelle con peculiarità pedo-climatiche, caratteristiche della regione e riconosciute Patrimonio Unesco dal 2015. Circa 640 climats sono riconosciuti in Premier Cru. Infine, ai vertici dell’eccellenza, incontriamo i Grand Cru (33 Aoc), classificazione di cui godono solo le parcelle migliori. Questi vengono denominati con il solo nome del climat.
Quindi si può avere, per esempio, un Bourgogne Pinot Noir (regionale), così come un Gevrey-Chambertin (Village), o un Gevrey-Chambertin Clos Saint-Jacques (Premier Cru), o un Charmes-Chambertin Grand Cru (Grand Cru), tanto per citare alcune etichette di Louis Jadot. A vigneti diversi corrispondono classificazioni diverse, anche se appartenenti allo stesso produttore. Infatti, a differenza di quanto è in uso a Bordeaux, in Borgogna non è insolito che uno stesso produttore possieda vigneti in diverse denominazioni. Un’altra differenza tra gli châteaux bordolesi e i domaines borgognoni è data dalle dimensioni delle superfici vitate: in Borgogna sono generalmente molto più piccole.
La Borgogna, storia di un vigneto apprezzato da sempre
Difficile stabilire a chi si debbano le prime coltivazioni di vite in Borgogna, ma certo è che sono antichissime. Già dal II secolo a.C. Galli e Romani intrattengono buoni rapporti commerciali in questo senso. In epoca gallo-romana i vini borgognoni sono noti e apprezzati, ma con le invasioni barbariche e durante l’Alto Medioevo, in una situazione socio-economica piuttosto caotica, il vigneto borgognone va in rovina. A partire dal X secolo, però, riprende la sua parabola ascendente, che non cambierà più direzione. Un impulso fortissimo alla viticoltura nella regione è dato dai monaci e dalle abbazie. L’abbazia di Cluny (fondata nel 909) si rivela di grande importanza per il Mâconnais e lo Chalonnais, mentre l’abbazia di Citeaux gioca una parte di rilievo per la Côte d’Or, lo Chalonnais e Chablis. La corte papale avignonese, con il suo stile di vita sontuoso e le sue richieste di vini pregiati, svolge un ruolo altrettanto importante.
I Duchi di Borgogna tra XIV e XV secolo regolano la produzione enoica della regione con alcuni decreti alimentari ante litteram e danno al commercio del vino un forte impulso. Come ovunque in Francia, con la Rivoluzione francese tutti i beni del clero e della nobiltà vengono confiscati e considerati beni nazionali. Sarà la borghesia ad acquisire i preziosi terreni e a contribuire a innalzare di molto la qualità dei vini prodotti.
Le malattie crittogamiche che hanno colpito la Francia tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento danneggiano significativamente il vigneto borgognone. Gli effetti della crisi del 1929 si fanno sentire anche in questo settore, mentre la scarsità di manodopera durante le guerre crea oggettive difficoltà. Ma è in questo periodo che il settore viti-vinicolo in Borgogna si riprende, che nascono diverse confraternite di viticoltori (la Confrérie des Chevaliers du Tastevin risale al 1934) e che vengono riconosciute le prime Aoc (la denominazione Morey Saint-Denis viene riconosciuta nel 1936).
Le mille sfaccettature della Borgogna
In Borgogna vengono prodotti vini rossi, bianchi, rosati e spumanti metodo classico (crémant), principalmente da Pinot Nero e Chardonnay, a cui si accompagnano Aligoté e Gamay e, in misura molto minore, altri vitigni bianchi. Pochi gli assemblaggi, le uve tendono spesso a essere vinificate in purezza.
Con 84 Aoc e innumerevoli climats il vigneto della Borgogna si può distinguere in cinque zone principali.
Chablis si trova a circa 100 chilometri dal resto della Borgogna, ma viticolmente parlando fa parte della stessa regione. A 40 chilometri dalla Champagne, condivide con essa alcune caratteristiche territoriali, che danno ai vini tipiche note minerali e di pietra focaia. Qui si trovano esclusivamente vini bianchi da Chardonnay, che generalmente vengono fermentati in vasche d’acciaio. Ciò li rende perfettamente adatti a riflettere le caratteristiche del terroir. Il più grande produttore di Chablis è senz’altro William Fèvre, che possiede il 15% dei Grand Cru della denominazione.
Tra Digione e Santenay si sviluppa la parte più famosa e forse più rappresentativa della Borgogna: la Côte d’Or. Questa si suddivide a sua volta in altre due sottozone: a nord si trova la Côte de Nuits e a sud la Côte de Beaune. Chi dice Côte de Nuits dice Pinot Nero, e il nome così evocativo ne è la prova. È questa la denominazione, in cui vengono prodotti vini rossi, più settentrionale al mondo. Il Pinot Nero che vi si coltiva, dà vini molto freschi, dalla forte acidità, tannini leggeri e note di frutti rossi accompagnate da note di vaniglia e crosta di pane, dovute all’affinamento in legno. Qui si trovano alcune delle denominazioni più prestigiose del panorama internazionale, tra cui la celeberrima Vosne-Romanée dove si trova il mitico domaine de la Romanée-Conti, e le parcelle di Echézeaux, Richebourg e Vosne Romanée Cros-Parentoux, dove Henri Jayer ha elaborato vini che hanno fatto la storia della Borgogna a livello internazionale. È da qui, inoltre, che provengono alcuni tra i vini più costosi al mondo (migliaia di euro a bottiglia!).
Subito al di sotto della Côte de Nuits si trova la Côte de Beaune, in cui vengono prodotti sì rossi da Pinot Nero, ma soprattutto bianchi da Chardonnay. La denominazione prende il nome dal comune di Beaune dove si trovano i famosi Hospices de Beaune. Tra la Côte de Nuits e la Côte de Beaune si trovano alcuni tra i più noti domaine di tutta la Borgogna, come Chanson, Leroy, Louis Latour, Bouchard, Ponsot, Faiveley, Louis Jadot, Olivier Leflaive…
A sud della Côte d’Or si trova la Côte Chalonnaise. Qui non si trovano Grand Cru, ma sono presenti diversi Premier Cru. Vi si coltiva Pinot Nero, Chardonnay, Aligoté, Pinot Bianco e Pinot Gris. È qui che vengono prodotti i deliziosi Crémant de Bourgogne, il cui disciplinare permette di usare le uve Aligoté, Chardonnay, Gamay, Melon, Pinot Gris, Pinot Noir, Pinot Blanc e Sacy.
Continuando a scendere verso sud troviamo il Mâconnais. Qui non si trovano Premier Cru e Grand Cru e viene coltivato esclusivamente lo Chardonnay. Vi è d’altronde in questa zona un piccolo comune che porta il nome Chardonnay. Non si sa però se il villaggio abbia dato il nome al vitigno o viceversa.
Infine, nella parte più meridionale, troviamo una denominazione che tecnicamente fa parte del vigneto della Borgogna, ma che non condivide con essa né clima né vitigni. È il Beaujolais, la patria dell’uva Gamay. Con quest’uva si produce un vino novello, il Beaujolais Nouveau, rilasciato tutti gli anni a fine autunno, creando un piccolo grande avvenimento atteso in tutta la Francia.