A sud del Lago di Ginevra, al confine con Albertville, Chambéry e Annecy, questa piccola area vinicola si estende su circa 2000 ettari di vigneti coltivati su pendii prealpini a un'altitudine tra i 250 e i 500 metri. Il vigneto savoiardo, suddiviso in tre denominazioni, si trova molto frammentato per via del terreno montuoso. Immerso tra laghi, pascoli di montagna e frutteti, questo complesso di microclimi dà origine a 20 denominazioni geografiche distinte. Nonostante le sue piccole dimensioni, possiede più di venti varietà di uve, prevalentemente bianche, alcune delle quali, come l'Altesse, sono uniche al mondo. In piena fase di rinascita qualitativa, la Savoia attrae nuovi produttori appassionati della diversità del suo terroir e che contribuiscono a far emergere vini di grande finezza.
La geologia della Savoia
I vigneti della Savoia sono come un grande giardino i cui terreni sono il risultato dell'evoluzione geologica della nascita delle Alpi, e persino per alcuni tratti della catena del Jura sui territori della Chautagne.
La maggior parte delle viti è piantata su un sottosuolo calcareo delle Prealpi, si può parlare di “ghiaione calcareo”. Le più recenti sono quelle nate dal crollo del Mont Granier nel XIII secolo. Formano un terroir particolarmente adatto ai vini bianchi.
I suoli sono composti da terreni alluvionali, morene glaciali, resti di antichi ghiacciai, coni di ghiaia e terrazze fluviali. I terreni calcarei marnosi si trovano a Chignin e Jongieux. Alcuni vitigni vantano di suoli scistosi, come a Cevins, o di vene di argilla, come nel settore di Arbin. Questa diversità di terreni contribuisce al carattere tipico dei i vini della Savoia, rispetto al resto dei vini francesi.
La storia dei vini della Savoia
Sebbene le più antiche testimonianze della produzione di vino su questo versante delle Alpi risalgano dopo la conquista romana, la coltivazione della vite in Savoia è ben più antica, come dimostrano i semi d'uva fossilizzati ritrovati in siti lacustri risalenti al Neolitico.
Lo sviluppo dei vini della Savoia sotto l'impulso dei Romani
Già nel I secolo d.C., lo scrittore romano Plinio il Vecchio rese noti i vigneti di questa regione delle Alpi parlando della “vitis allobrogica”, una vite capace di resistere alle condizioni climatiche alpine. Infatti, nel I secolo, il popolo celtico degli Allobrogi aveva scelto questo vitigno adattato al clima montano.
All'epoca di Augusto, Columella cita l'Allobrogicum come un vino molto apprezzato a Roma. Altri autori del passato, come Celso e Plutarco, lodano i vini degli Allobrogi con il loro gusto naturalmente di pece, “vinum picatum”, a cui attribuiscono qualità sia gustative che medicinali. Questa nuova reputazione dei vini della Savoia favorì lo sviluppo dei vigneti.
Lo sviluppo della viticoltura savoiarda dopo la caduta dell'Impero Romano
In seguito alla caduta dell'Impero Romano nel 462 d.C. e alle grandi invasioni, la Chiesa diede un nuovo input alla viticoltura savoiarda.
Nel Medioevo, la Chiesa possedeva una grande quantità di terreni e i monaci procedettero a dare un titolo ai vigneti savoiardi. Hanno, inoltre, effettuato i primi esperimenti di viticoltura e vinificazione. Ciò diede come risultato un notevole miglioramento della qualità dei vini.
Tuttavia, un episodio drammatico segnerà per sempre la regione e il suo paesaggio viticolo. Il crollo del Mont Granier nel XIII secolo seppellì diversi villaggi e causò migliaia di vittime.
L’ampliamento del vigneto tra il XVI e il XVIII secolo
In questo periodo, la coltivazione della vite era talmente redditizia per i contadini che i vigneti, inizialmente situati sui pendii più soleggiati, si estesero alle pianure, ma anche ai pendii a più di 1000 metri di altitudine. Nel XVIII secolo, i viticoltori hanno addirittura piantato le viti sui ghiaioni del Mont Granier. Oggi questi vitigni corrispondono a due denominazioni geografiche: Abymes e Apremont.
Il duca Emanuele Filiberto fu quindi costretto a promulgare un editto nel 1559 che istituiva il divieto di vendemmia, al fine di incoraggiare la raccolta di uve giunte a maturazione ai fini della qualità. Questa misura è stata rispettata raramente e ha portato a un periodo di sovrapproduzione che si è protratto fino alla comparsa della fillossera.
Nel 1768 si contavano 9.000 ettari di vigne, la maggior parte delle quali produceva solo un “vino del contadino” spesso troppo verde e acido.
Il legame della Savoia alla Francia e la fillossera: conseguenze nefaste per l'economia dei vini savoiardi.
Nel 1860, l'annessione della Savoia alla Francia indebolì l'economia dei vigneti savoiardi, in quanto i vini erano in diretta concorrenza con quelli del Sud. Inoltre, tra il 1878 e il 1892, l'arrivo della fillossera non risparmiò la Savoia.
Tuttavia, la vite savoiarda ha tratto vantaggio dall'innesto su portainnesto americano, una tecnica innovativa scoperta alla fine degli anni '80 del XIX secolo. È stato quindi intrapreso un vasto movimento di reimpianto di viti per compensare le perdite. La superficie del vigneto è quindi rimasta costante.
Gli anni d'oro dei vini della Savoia dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Dagli anni '60 ai primi anni '90, i vigneti savoiardi hanno vissuto una vera e propria rinascita. Lo sbarco degli sport invernali porta una visibilità e uno sbocco commerciale senza precedenti. Questo periodo è anche quello dell'ottenimento delle AOC Savoie e Roussette de Savoie (1973) che si aggiungono all'AOC Seyssel ottenuta nel 1942.
Nel 1992, le Olimpiadi di Albertville hanno messo sotto i riflettori i vini della Savoia e numerosi concorsi agricoli ed enologici li hanno premiati.
Ma il consumo nazionale di vino è in calo. La concorrenza ha saputo anticipare questo fenomeno aumentando la propria qualità, mentre il vigneto savoiardo ha subito un declino della propria reputazione, che l'ha costretto a produrre vini di rapido consumo, poco concentrati e privi di potenziale d'invecchiamento.
Un vigneto in cerca di qualità e riconoscimento negli anni 2000
Gli anni 2000 segnano una svolta decisiva per i vini della Savoia. La strategia di riconquista è stata messa in atto, grazie a iter tecnici, controlli e monitoraggio della produzione, ma anche alla comunicazione e alla ricerca di nuovi mercati.
L'industria del vino ha svolto un ruolo importante nello sviluppo del paesaggio savoiardo. Oggigiorno occupa un posto privilegiato nell'economia agricola: è il secondo settore agricolo della Savoia Monte Bianco dopo quello lattiero-caseario. Il vigneto attrae l'attenzione di molti e, infatti, vi iniziano ad installarsi nuovi abitanti, a dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di una nuova attrattiva e di un'immagine rinnovata per i nuovi vini della Savoia.
Il vigneto Savoia al giorno d’oggi
Dal Lago di Ginevra a sud di Chambéry, i vigneti savoiardi si trovano principalmente sui primi pendii delle Alpi, distribuiti in due dipartimenti principali (Savoia e Alta Savoia) e due dipartimenti marginali (Isère e Ain). Uno dei terroir più piccoli di Francia rappresenta oggi 1550 ettari di vigneti a DOP e produce 15 milioni di bottiglie all'anno.
Le denominazioni dei vini della Savoia
La regione vinicola della Savoia vanta tre denominazioni di origine protetta (DOP). Esistono due denominazioni regionali “Vin de Savoie” o “Savoie” per tutti i tipi di vino e “Roussette de Savoie” per i vini bianchi ottenuti dal vitigno Altesse. La terza è una denominazione comunale “Seyssel” per i vini bianchi secchi e frizzanti. Inoltre, possiede l'IGP Comtés Rhodaniens e l'IGP Vin des Allobroges.
I vigneti della regione sono frammentati dal terreno montuoso. Alcuni appezzamenti sono completamente separati da città, montagne e laghi, e formano così un complesso mosaico di microclimi e terroir.
Per tale motivo, le denominazioni regionali possono essere integrate da una denominazione geografica (un tempo chiamata “cru”). Sono venti: Abymes o "Les Abymes", Apremont, Arbin, Ayze, Chautagne, Chignin, Chignin-Bergeron, Crépy, Cruet, Frangy, Jongieux, Marignan, Marin, Marestel, Montoux, Monterminod, Montmélian, Ripaille, Saint-Jean-de-la-Porte e Saint-Jeoire-Prieuré.
Il clima dei vigneti savoiardi
La Savoia, regione di montagna ai piedi del magnifico Monte Bianco, offre una moltitudine di piccoli terroir d'alta quota situati sui pendii tra le valli e i laghi, tra cui quelli di Annecy e Bourget.
Il clima è continentale-montano, con influenze oceaniche a nord e mediterranee a sud, e con frequenti gelate che solo i vitigni locali possono sopportare. Infatti, le viti sono spesso messe a dura prova dal vento di sud-ovest. Traverse, infatti, è un vento temibile per le colture se combinata con l'umidità, molto frequente in Savoia, una delle regioni più umide della Francia. La vite di Savoia è anche soggetta al vento del nord, al vento Bise e ai venti del sud, responsabili in estate delle tempeste che attraversano la regione.
Le varietà dei vini della Savoia
Questo complesso vigneto è molto frammentato e offre una moltitudine di varietà di uve, 23 in totale, per lo più bianche, le quali rappresentano il 70% della produzione. Alcune varietà di origine locale sono molto diffuse in Savoia.
Il Jacquère è il vitigno di punta della regione. È la più diffusa in Savoia. Occupa circa il 50% del vigneto. Regna su sei denominazioni geografiche (Apremont, Abymes, Chignin, St-Jeoire-Prieuré, Cruet, Jongieux). Produce vini bianchi caratterizzati da un colore giallo pallido e da freschezza. La gamma aromatica si basa su note minerali e di fiori bianchi.
Altesse rappresenta il 10% del vigneto, ma la sua superficie è in aumento. Si trova sotto il nome di Roussette. Si dice che l'Altesse sia stato importato in Savoia all'epoca delle Crociate e che sia originario dell'isola di Cipro. Viene utilizzato per produrre vini bianchi e spumanti floreali e fruttati che combinano ricchezza e freschezza. I suoi vini possono essere conservati per diversi anni.
Il Roussanne rappresenta solo il 4% del vigneto ed è distribuito sulle colline di Tormery, una frazione di Chignin, Francin e Montmélian. Produce Chignin-Bergeron (monovitigno), un vino morbido con potenti aromi di frutta matura, albicocca, mela cotogna e note mielate.
I vini rossi sono prodotti principalmente con Mondeuse, Gamay o Pinot Nero.
Mondeuse copre il 12% della superficie del vigneto. Prima della fillossera, era il vitigno rosso più diffuso in Savoia. Fornisce vini tannici e robusti, ricchi di aromi di spezie, pepe bianco e ribes nero, con un eccellente potenziale di invecchiamento. La sua riabilitazione in Savoia risale agli anni '80 grazie a Michel Grisard, fondatore del Domaine des Ardoisières.
Il Gamay copre il 15% del vigneto e dà vini molto profumati che si gustano meglio da giovani.
Le denominazioni dei vini della Savoia
I vini della denominazione Roussette de Savoie
Questi vini bianchi secchi dalla tonalità brillante giallo pallido offrono al naso note di nocciola, mandorla e miele, oltre a frutta secca e viola. Al palato risulta vivace con una grande persistenza aromatica. Si abbina perfettamente al pesce.
Il vino Roussette de Savoie Marestel presenta al naso fragranze di cotognata e frutta secca. Al palato risutla denso, rotondo e pieno, con un finale lungo e persistente. Può essere conservato per più di cinque anni ed è ideale per accompagnare i piatti a base di carne da pollame.
Il vino Roussette de Savoie Monthoux si distingue per le sue leggere note di cera. Si sposa alla perfezione con il formaggio.
Vini della denominazione Seyssel
Il vino di Seyssel, presenta un colore oro pallido. Al naso si apre con note di pera e pesca, che evolvono in tocchi floreali e minerali. Al palato è un vino vivace, ma anche denso e generoso, e si abbina magnificamente ai piatti a base di carne da pollame o pesce condito. In genere non è fatto per essere un vino da invecchiamento.
I vini di Allobroges
Il vino Allobroges esiste in versione bianca, rossa e rosé.
Il vino bianco Allobroges, quando è giovane, ha un colore chiaro con riflessi verdi. Al primo naso risulta chiuso, rivela tutta la sua varietà aromatica in seguito all'aerazione in una caraffa. Il naso si apre gradualmente a note floreali e minerali. Ottimo con pesce pregiato, va servito fresco. Può essere conservato trai i 5 ai 10 anni, a seconda dell'annata.
Il vino rosso Allobroges, con le sue note leggermente speziate e la sua bella struttura, può essere molto fine ed elegante. È ideale da bere accompagnato da piatti a base di carni speziate o condite.