Pouilly-Fumé
Le origini del Pouilly Fumé risalgono all'epoca gallo-romana. Tuttavia, è grazie alle congregazioni religiose, in particolare i Benedettini, che questa denominazione conoscerà una vera e propria...Mostra di più
Pouilly-Fumé, il trionfo degli aromi minerali della pierre à fusil
Pouilly-Fumé è un’Aoc del Centro Loira che si estende su quasi 1350 ettari. Il Sauvignon Blanc esprime qui aromi che riflettono un terroir estremamente particolare. Con un carattere unico, Pouilly-Fumé è una denominazione della Francia amata in tutto il mondo.
Poilly-Fumé: un terroir votato alla viticoltura da sempre
Fin dai tempi in cui queste terre erano dominate dai Romani, la vigna viene coltivata a Pouilly-sur-Loire. I monaci benedettini e agostiniani contribuiscono, a partire dal XXII secolo, al grande sviluppo della viticoltura intorno alla cittadina. I vini di Pouilly cominciano ad essere conosciuti per la loro qualità, e in particolare quelli prodotti dall’uva Chasselas.
Nel 1642 l’apertura del canale di Briare permette di dare una nuova spinta al commercio dei vini di Pouilly. Fin dal XVII secolo quindi si scopre la spiccata vocazione all’esportazione dei vini provenienti da questa zona, attitudine che rimane molto vivace anche ai giorni nostri. Più della metà della produzione, infatti, è oggi destinata alla vendita all’estero.
Un punto di svolta si ha negli anni ’80 del 1800. È allora che la peronospora, prima, e la fillossera, poi, fanno la loro funesta comparsa nelle vigne. I danni sono incalcolabili e la viticoltura subisce una battuta d’arresto come mai prima d’ora nella sua storia. Finalmente nei primi anni del XX secolo la crisi viene superata e la produzione si risolleva, fino al riconoscimento nel 1937 delle due Aoc presenti sul territorio: Pouilly-Fumé e Pouilly-sur-Loire. La prima permettendo unicamente l’utilizzo del Sauvignon Blanc e la seconda solo dello Chasselas.
Le possibili etimologie del nome dell’Aoc Pouilly-Fumé sono in effetti molteplici. Innanzitutto, localmente il Sauvignon Blanc prende il nome di Fumé Blanc. È d’altronde per questa ragione che certi produttori californiani della Napa Valley segnano sulle etichette dei Sauvignon Blanc il nome Fumé Blanc. Ma il termine fumé da dove proviene? Le spiegazioni più probabili sono due. Quando gli acini del Sauvignon arrivano a maturazione si ricoprono di pruina grigia, dando come un’impressione di bacche affumicate. L’altra spiegazione risiede nella natura dei suoli fortemente silicei, che si riflettono in aromi di pietra focaia.
Localizzazione del vigneto di Pouilly-Fumé e alcuni produttori di riferimento
All’altezza di Orléans la Loira compie un’ampia curva, virando decisamente verso sud-est. In questo tratto, un po’ più a nord di Bourges e Nevers, si fronteggiano, dai due lati opposti del fiume, due famose denominazioni della regione, spesso paragonate l’una all’altra. Sulla Rive Gauche si trova Sancerre e sulla Rive Droite Pouilly-Fumé.
L’Aoc Pouilly-Fumé sorge su sette comuni del dipartimento di Nièvre: Pouilly-sur-Loire, Saint-Andelain, Tracy-sur-Loire, Mesves-sur-Loire, Garchy, Saint-Martin-sur-Nohain e Saint-Laurent-l'Abbaye. La denominazione fa parte dei vigneti del Centro Loira, ciò che non significa che si trova nella parte centrale della valle attraversata dal fiume, ma piuttosto che si trova praticamente nel centro della Francia.
Le vigne si estendono su 1.347 ettari e l’unico vitigno consentito dal disciplinare, come già accennato, è il Sauvignon Blanc. Circa un centinaio di produttori elaborano vini in questa denominazione, con una produzione annua che si aggira sui 70.000 ettolitri. Alcune di queste proprietà hanno contribuito enormemente al successo della denominazione e sono universalmente riconosciute per i loro livelli qualitativi. Eccone alcuni, i cui vini sono inoltre reperibili all’interno della nostra gamma.
La famiglia Mellot si trova a Sancerre fin dal XVI secolo. Il Domaine Alphonse Mellot, viene tramandato di padre in figlio, insieme al nome del fondatore, che passa di primogenito in primogenito. Maestro del Sauvignon, il domaine produce un Pouilly-Fumé eccezionale. Château de Tracy, dal canto suo, si trova su uno sperone roccioso che domina la Loira. La tradizione famigliare vecchia di sei secoli si manifesta nel savoir-faire di questo produttore e nella complessità dei suoi Pouilly-Fumé, che godono di una varietà di suoli notevole. Come non citare la Famille Bourgeois, che con i suoi Sauvignon ha raggiunto livelli eccelsi, sia a Sancerre che a Pouilly-Fumé. Il Domaine Joseph Mellot, invece, si distingue per il rispetto del territorio di cui fa prova. Ha avuto la capacità di coniugare un sapere secolare con le migliori tecniche moderne. Ha infatti dimostrato la sua vocazione pionieristica, quando, primo produttore del Centro Loira a sperimentarlo ha adottato un regime di agricoltura ragionata in tutte le sue vigne. Infine, impossibile non menzionare Pascal Jolivet, un vero “artigiano del gusto”, come ama definirsi.
Pouilly-Fumé: un terroir complesso e variegato
Un tempo tutta quest’area era ricoperta dall’oceano e sono tuttora visibili le tracce della sua antica presenza. Sono principalmente quattro i tipi di terreni che si trovano sull’Aoc di Pouilly-Fumé. I calcari di Villiers sono dei sedimenti calcarei che si sono depositati sulle rive del fiume e che qui prendono il nome di caillottes. Ci sono poi le cosiddette Terre Blanches, che sono marnes à petites huîtres costituite da suoli argillo-calcarei. Nella parte più occidentale dell’Aoc si trovano delle pietre tendenzialmente più grosse di quelle di Villiers e sono i calcari del Barrois. Infine si trova un tipo di terreno, Silex, composto da argille e selci, in cima ai rilievi di Saint-Andelain e di Saint-Laurent e sui costoni di Tracy.
Il clima della denominazione è tendenzialmente fresco-continentale, perfetto per l’allevamento del Sauvignon Blanc, che può così costruire l’acidità di cui ha bisogno, per contribuire all’equilibrio dei vini di Pouilly.
Pouilly-Fumé e la valorizzazione del territorio: ecco come avviene la magia
Per elaborare i famosi vini bianchi secchi di Sauvignon Blanc di Pouilly-Fumé, le tecniche di vinificazione variano al variare del produttore e del terroir, ma alcuni punti saldi vengono sempre rispettati. Se le selezioni più o meno restrittive, la pigiatura e la diraspatura sono procedimenti opzionali, le estrazioni dolci e controllate sono un imperativo per tutti i produttori dell’Aoc Pouilly-Fumé. Lo scopo è infatti di ottenere la più grande quantità di succo con la minore pressione possibile.
La fermentazione malolattica non viene di solito realizzata, mentre lo zuccheraggio è consentito laddove si rende necessario aumentare la gradazione alcolica. La maturazione avviene in tini d’acciaio e, più raramente, in botti. Si preferisce lasciare alla complessità degli aromi provenienti dai terroir così particolari della denominazione la possibilità di esprimersi al massimo del loro potenziale. I Pouilly-Fumé sono vini che si bevono generalmente nella loro giovinezza, entro l’anno-anno e mezzo, ma le migliori annate hanno un potenziale d’invecchiamento maggiore.
Pouilly-Fumé alla prova della degustazione: l’apoteosi degli aromi minerali
I Pouilly-Fumé sono vini bianchi abbastanza soggetti all’effet millésime, cioè alle condizioni contingenti di ogni annata. Con un bouquet particolarmente complesso, tutte le famiglie di aromi si mescolano. Si percepiscono le note floreali di ginestra, acacia, giglio, le note agrumate di limone e pompelmo, quelle fruttate di ribes, pera, frutto della passione, litchi, albicocca e la mineralità del caratteristico aroma di pierre à fusil, la pietra focaia. Acidi, sapidi e grassi al punto giusto, i Pouilly-Fumé dispiegano un finale che persiste a lungo.
In linea con la complessità dei terroir, a seconda dell’origine delle uve, i vini possono presentare alcune differenze percettibili nella palette aromatica. I vini che provengono da terreni calcarei, infatti, tendono a presentare aromi di frutta bianca, vegetali e minerali e si bevono giovani. Più longevi sono invece i Pouilly-Fumé da suoli marnosi, in cui si riscontrano note floreali, fruttate, vegetali e un certo sentore di affumicato, i cui potenziali si aprono dopo una decina di mesi di attesa. I suoli silicei offrono uve che danno vini che possono raggiungere anche i due anni d’invecchiamento senza battere ciglio. Sono questi quelli che in assoluti emanano gli aromi affumicati di pietra focaia più marcati, con una nervosità e una nettezza impeccabili. Laddove si trovano i terreni argillo-silicei, la quantità di sabbia nei suoli è inversamente proporzionale al potenziale d’invecchiamento.
Pouilly-Fumé, un vino da fine gastronomia
Un Pouilly-Fumé può accompagnare egregiamente tutto un pasto. Il pesce rivela un abbinamento di grande interesse, allo stesso modo delle capesante e dei crostacei. Le carni bianche si sposano altrettanto bene con un calice di Pouilly-Fumé. In un abbinamento ton sur ton, il formaggio tipico della zona, il crottin di capra, saprà regalare momenti di puro piacere.
Servito alla temperatura di 10°C, saprà deliziare il palato degli amatori durante un aperitivo ricercato o anche da solo, per apprezzare appieno tutte le sfumature metalliche del suo bouquet unico.