Nel 2000, sulle pendici dell'Etna, in Sicilia, all'estremità meridionale dell'Italia, Andrea Franchetti, enologo toscano, intraprende un progetto visionario: restaurare una vecchia fattoria d'alta quota per coltivare la vigna. La tenuta Passopisciaro nasce nel 2000 sulla Contrada Guardiola sopra il paese di Passopisciaro. Il vigneto di 26 ettari, baciato dal sole ad un'altitudine di 1000 metri, poggia su un terreno poco favorevole per la vite. Le aride terre vulcaniche e le forti differenze di suolo, in funzione delle colate di lava del vulcano più attivo d'Europa sono le ragioni di questa complicata eppure eccezionale viticoltura.
Grazie al microclima di cui beneficia il vulcano, alcune viti hanno resistito all'epidemia di fillossera che ha devastato i vigneti europei alla fine del 1800. Estendendosi in terrazze lungo le pendici settentrionali dell'Etna, alcune viti arrivano fino a 130 anni. Grazie all’età di queste vigne, la più giovane ha 30 anni, e all'ambiente circostante, non viene effettuato alcun trattamento, se non la polvere di zolfo (usata fin dall'antichità come fungicida) e la corteccia d’arancio per evitare funghi e malattie.
Pioniere nel rilancio dell'Etna, Andrea Franchetti punta sul antico vitigno dell'isola: il Nerello Mascalese. Se quest'ultimo domina il vigneto, anche il Petit Verdot, lo Chardonnay e il Cesaneso d'Affile prosperano sui ripidi pendii della proprietà Passopisciaro.
I vini Passopiciaro sono classificati Terre Siciliane IGT, non potendo beneficiare dell'Etna DOC a causa dell'altitudine dei vigneti. Le condizioni atipiche di questi terreni di lava sabbiosa consentono di produrre vini bianchi, rossi e rosati di grande eleganza ed esprimere tutta la tipicità di questo eccezionale terroir.