Il Domaine de la Chapelle
Da secoli, in cima a una maestosa collina di Tain-l'Hermitage, si erge un monumento alla viticoltura: la Maison Paul Jaboulet Aîné. Incarnazione della quintessenza dei grandi vini della Valle del Rodano settentrionale, la tenuta è entrata a far parte della famiglia Frey nel 2006. Da allora, la famiglia si prende cura di un patrimonio eccezionale che comprende alcuni dei terroir più famosi della Valle del Rodano settentrionale, come Bessards, Rocoules, Greffieux e Méal, tutte parcelle preziose che producono la famosa cuvée La Chapelle, uno dei vini più ricercati al mondo.
In onore di questo vino iconico, la famiglia Frey ha deciso di creare un nuovo nome per la tenuta per rappresentare alcune delle sue cuvée: nasce così Domaine de la Chapelle. Dietro questo nuovo nome si celano due cuvée uniche: La Chapelle e Chevalier de Stérimberg.
L'anno 2023 segna indubbiamente una svolta nella storia della tenuta, poiché oltre a creare un nuovo nome per la tenuta, fa anche il suo ingresso sul mercato di Bordeaux. La famiglia Frey è molto legata ai valori di Bordeaux e ha deciso di affidare queste due preziose bottiglie ai commercianti di vini di Bordeaux.
La tenuta è innegabilmente un simbolo di rinnovamento, così come la filosofia applicata alla tenuta: ora nelle mani della talentuosa enologa ed enologo Caroline Frey, la tenuta continua a crescere e a reinventarsi. Il lavoro svolto dai team della tenuta, estremamente preciso e volto alla perfezione, ha permesso alle annate di raggiungere risultati senza precedenti, con valutazioni impressionanti da parte della critica e della stampa internazionale.
Un patrimonio secolare
"Un grande vino è sempre il frutto di un miracolo. Un miracolo dato dall'incontro tra geologia e habitat. Un miracolo legato all'uomo capace di percepire la presenza del potenziale di questo posto in cui piantare il vitigno giusto. Un miracolo, infine, anche per gli appassionati accorti che, 60 anni dopo l'imbottigliamento, riescono ancora a stupirsi della giovinezza di un vino chiamato La Chapelle...".
Perché il miracolo si compisse, dovette intervenire un misterioso cavaliere... Fu, infatti, lo Chevalier Henri-Gaspard de Stérimberg a dare vita alla genesi della leggendaria tenuta.
Dopo aver partecipato alla Crociata albigese nel XIII secolo, rimase colpito dalla singolare bellezza di una lontana collina della Drôme. In cerca di riposo e pace dopo la battaglia, ottenne da Bianca di Castiglia il permesso di stabilirsi sulla maestosa collina di Tain, un luogo verdeggiante che domina il Rodano. Lì costruì una cappella sui resti di un tempio romano: nacque così La Chapelle.
Questo isolamento ha ispirato il nome della famosa denominazione Hermitage. La sua decisione di coltivare la vite si rivelerà più che mai fruttuosa, poiché acquistò in breve tempo una certa fama grazie ai pellegrini e ai viaggiatori di passaggio. L'uva syrah, coltivata su queste terre, trovò qui il suo massimo splendore e diede vita a vini di eccezionale longevità, proprio come quelli che conosciamo oggi. Dal 1919, la famiglia Jaboulet, poi la famiglia Frey, coltiva con passione e dedizione le viti di questo vino ormai leggendario: La Chapelle Hermitage.
Un terroir d'eccezione: la collina dell'Hermitage
"La geologia è l'anima di Hermitage", sono parole utilizzate dalla tenuta stessa per sottolineare le origini del famoso terroir del Rodano. Con la sua geologia unica, la tenuta si trova su una collina di granito immersa in una storia singolare. È stato il Rodano a isolare per primo la famosa collina dal Massiccio Centrale, ma non solo. Il corso del fiume, il sollevamento delle Alpi, i venti e i ghiacciai sono stati tutti influssi naturali che hanno plasmato la leggenda che conosciamo oggi. Nel corso di migliaia di anni, più di quattro ere geologiche si sono riunite in un unico luogo, all'incrocio tra il Massiccio Centrale e il Massiccio Alpino. Che si tratti di ciottoli, granito o loess, questo terroir offre un'affascinante diversità di terreni.
Un approccio innovativo e sostenibile
Il Domaine de La Chapelle, al fine di raggiungere un equilibrio ideale, ha adottato una strategia rigenerativa basata su una conoscenza approfondita della vite e della sua interazione con l'ambiente. Per la tenuta è imperativo adottare un approccio resiliente per tutelare questo prezioso patrimonio territoriale. La tutela è all'insegna dell'innovazione costante, non limitandosi a un unico metodo. Gli esperimenti condotti sul terreno, sulle viti e sul vino hanno rivelato, ad esempio, una migliore costituzione del suolo e una maggiore resistenza allo stress idrico.
Dedita alla viticoltura sostenibile, la tenuta è certificata biologica dal 2006 e le vigne sono gestite in modo biodinamico dal 2018, compresa l'aratura a cavallo per arieggiare il terreno, favorire la vita microbiologica e radicare le viti.
I vini, segni di finezza e complessità
"Non si crea un grande vino, gli si danno solo i giusti mezzi per potersi esprimere", spiega Caroline Frey. Per lei, il vitigno rivela il terroir, ma non deve prendere il sopravvento. Syrah, roussanne, marsanne: il trio emblematico del Rodano è al centro di alcuni vini eccezionali.
La Chapelle Hermitage
Dai terreni più rocciosi di Méal, Bessards, Rocoules e Greffieux, con viti di età compresa tra 40 e 100 anni, l'identità di La Chapelle emerge nell'assemblaggio finale. Ogni terroir gli conferisce le proprie sfumature aromatiche, ma anche una notevole eleganza e struttura. Vibrante e raffinato, la persistenza al palato di questo vino è notevole quanto la sua capacità di superare la prova del tempo.
Le Chevalier de Stérimberg
Lo Chevalier de Stérimberg, noto anche come l'eremita, ha lasciato il segno dando il nome alla collina dell'Hermitage, motivo per cui questa cuvée porta il suo nome. Proveniente da terreni di loess e ciottoli, questo blend di marsanne e roussanne è straordinariamente complesso, con una consistenza carnosa e un mix di aromi fruttati e minerali.