Pinot Noir
Prodigiosa uva nera, il Pinot Nero è una varietà molto antica le cui prime tracce scritte risalgono al 1375 sotto il nome di Plant Fin. Emblema della Borgogna che è anche la sua terra natale, è...Mostra di più
Pinot Nero, il fascino discreto di un'uva sontuosa
Dalla Borgogna alla Champagne, dall’Oregon alla Nuova Zelanda, passando per la Franciacorta: giro del mondo sulle tracce del Pinot Nero e delle sue eccezionali regioni viticole.
Borgogna, la culla del Pinot Nero
Il Pinot Nero, o Pinot Noir, è un vitigno a bacca rossa di fama internazionale originario della Francia e, più precisamente, della Borgogna. Presente nella regione da moltissimo tempo, i primi a selezionarlo e coltivarlo furono i Romani. Durante l’epoca medievale, furono i monaci i responsabili del grande successo dei vigneti della Borgogna, e con essi il vitigno rosso principe della zona, il Pinot Nero appunto.
La parabola ascendente della fortuna di quest’uva non conosce battute d’arresto nel corso della sua storia. Viene coltivato ed esportato in varie altre regioni e diventa il capostipite di una famiglia numerosa. Sono molte le uve che hanno nel loro Dna qualcosa che, da vicino o da lontano, proviene dal Pinot Nero (Pinot Grigio, Pinot Meunier, Chardonnay, Aligoté, Gamay…).
Pinot Nero: difficile da coltivare ma facile da bere
La coltivazione delle uve Pinot Nero rappresenta da sempre una sfida per i viticoltori. Si tratta infatti di un’uva fragile, sensibile alle malattie, che mal sopporta climi troppo caldi e troppo freddi; il suo clima ideale è di tipo continentale settentrionale. Temperature troppo fredde rischiano di dare vita ad aromi eccessivamente vegetali, mentre climi troppo caldi ad aromi eccessivamente tendenti alla frutta cotta.
Per sviluppare la complessità aromatica che gli è caratteristica, il Pinot Nero ha bisogno di una maturazione lenta e progressiva, e si esprime al meglio se affonda le radici un suolo calcareo.
Sembra che il nome del vitigno tragga origine dalla sua forma con acini piccoli e fitti, che donano al grappolo un aspetto che ricorda quello di una pigna. Il francese "pomme de pin", da cui deriva il termine "pinot", designa, appunto, la pigna.
Le bucce degli acini sono fini e poco pigmentate, il che dà origine a vini poco tannici e relativamente poco colorati. Questo è anche il motivo che rende quest’uva particolarmente indicata per la produzione del vino rosato. In ogni caso, un buon periodo di invecchiamento può portare i vini Pinot Nero ad assumere uno splendido colore rosso rubino.
Il Pinot Nero è celebre per la sua nobile capacità di restituire le caratteristiche del terroir in cui è nato. Grande interprete di tutte le sfumature ambientali, è in grado di riflettersi in un vasto ventaglio di stili di vini. Da denso e carnoso a delicato ed elegante, nei prodotti di migliore qualità sfoggia un profilo che non è mai banale. La sua facile bevibilità lo rende un vitigno a bacca rossa universalmente godibile e, di fatto, largamente apprezzato anche da consumatori non specializzati.
Pinot Noir, Pinot Nero, Spätburgunder… tanti nomi per un vitigno internazionale
Come già detto, il Pinot Nero non è un vitigno che può essere coltivato ovunque. Solo i climi freschi, al massimo temperati, permettono a quest’uva di dar vita a grandi vini.
In Borgogna esso rappresenta il protagonista indiscusso della vinificazione in rosso, avendo fatto la fortuna della Côte d’Or, cioè la parte più settentrionale del vigneto borgognone. In particolare, è la Côte de Nuits a produrre esclusivamente vini Pinot Nero in alcune denominazioni di fama leggendaria come Gevrey-Chambertin, Chambolle-Musigny, Vosne-Romanée, Nuits-Saint-Georges. I vini prodotti in queste zone sono sicuramente tra i più famosi e apprezzati al mondo.
Nella seconda metà della Côte d’Or, quella più a sud, chiamata Côte de Beaune, il Pinot Nero è coprotagonista insieme al vitigno a bacca bianca Chardonnay. Ben note sono poi le denominazioni di Aloxe-Corton, Beaune, Pommard, Auxey-Duresses e Blagny.
In Borgogna si trovano superbi produttori che contribuiscono a tenere alta la reputazione di quest’uva, come Remoissonet Père & Fils, Domaine Faiveley, Louis Latour, Domaine Chanson, Louis Jadot. Sono questi solo alcuni dei produttori di vini dai tannini fini splendidamente strutturati caratterizzati da una complessità di aromi praticamente ineguagliata in tutto il mondo.
Nella regione della Champagne questo vitigno ha trovato un habitat ideale, dove, assemblato con lo Chardonnay e il Pinot Meunier, dà vita ai grandi Champagne d’assemblaggio e agli Champagne Rosé. Tra gli specialisti di questa regione, una menzione d’onore spetta in particolare a Louis Roederer, a Reims, e Bollinger, ad Aÿ.
Anche nell’Italia settentrionale il Pinot Nero è molto diffuso, rientrando spesso nella composizione di spumanti metodo classico in Lombardia (nei Franciacorta e nell’Oltrepò Pavese) e in Trentino Alto Adige (Trento Doc).Per quanto riguarda il Nuovo Mondo, in Nuova Zelanda si trovano vitigni di Pinot Nero di sorprendente qualità. Cloudy Bay è stato uno dei primi produttori a piantarlo nella regione di Marlborough, dove si esprime con uno stile leggero, fruttato e morbido.
Se per la California le temperature sono generalmente troppo alte per Pinot Neri di qualità (eccetto zone più fresche come Carneros, Sonoma e Santa Barbara), negli Stati Uniti si trovano espressioni di questo vitigno più a nord, in Oregon. Il clima più temperato di questo Stato americano si adatta decisamente meglio a questo tipo di uva. Nativo della zona ma incredibilmente appassionato dei vini francesi, Nicolas-Jay ha iniziato nei primi anni Duemila un progetto volto a valorizzare il Pinot Nero della Willamette Valley, in uno stile ispirato ai premier cru della Borgogna.
Tanti stili, ma con un fil rouge di caratteristiche ricorrenti
Anche se il Pinot Nero può interpretare il terroir in molti modi e sfoggiare di conseguenza una vasta gamma di personalità diverse, si possono ritrovare alcune caratteristiche che contraddistinguono spesso i vini di migliore qualità.
Un vino a base di Pinot Nero non deve necessariamente invecchiare per essere godibile, anzi più è giovane più il fruttato si presenterà importante nella palette aromatica. Ciò nonostante, si fa spesso maturare in legno, per ampliare la complessità di profumi e sapori, senza tuttavia che il boisé diventi predominante. Se si sceglie l’opzione dell’invecchiamento, si tratta comunque di vini dalla notevole longevità.
Questo vino si veste di rosso rubino, molto intenso nella sua giovinezza, con riflessi tendenti al viola, e più pallido e tendente al color mattone con l’avanzare degli anni. Da giovane, gli aromi di frutti rossi, di spezie, come il pepe e la cannella, e a volte le note empireumatiche restituiscono una dinamica freschezza. Con il passare degli anni, le fragranze evolvono verso la frutta candita, il sottobosco e le note animali.
Al sorso rivela un corpo rotondo dai tannini presenti ma delicati e fini. Il tasso alcolico è moderato. L’acidità può variare di anno in anno, ma, anche nelle annate più calde, la sua caratteristica freschezza scompare molto difficilmente.
Il Pinot Nero dà il meglio di sé elaborato da solo e frequentemente viene utilizzato per vini monovarietali. In Borgogna, tuttavia, viene a volte assemblato con il Gamay. Si associa allo Chardonnay e al Pinot Meunier quando viene vinificato in bianco, come nei già citati vini spumanti, per apportare corpo e complessità.
Come abbinare un bicchiere di Pinot Nero?
Il Pinot Nero è in genere perfetto per accompagnare piatti non troppo elaborati, come arrosti di carne bianca o filetti di pesce. I suoi tannini dolci gli permettono perfino di essere servito fresco in estate, senza nulla togliere alla sua personalità.
Non ha paura del confronto con i cibi grassi o con i risotti, di cui taglia perfettamente l’untuosità. Una scelta alla moda può essere quella di berlo insieme a piatti speziati, come il cibo cinese o quello indiano. Zenzero, pepe, chiodi di garofano, coriandolo, cumino sono tutte spezie che troviamo nei cibi orientali ma anche nel bouquet di un buon Pinot Nero, creando un abbinamento giocato sui richiami tra il cibo e il vino.
Salumi, un buon formaggio stagionato, street food e piatti a base di funghi non spaventano questo discreto ma sontuoso vitigno.
Si tratta a tutti gli effetti di un vino versatile, agile, che però non va coperto con sapori estremi. Abbinamenti arrischiati potrebbero rivelarsi quelli con piatti troppo ricchi, come i cibi piccanti o la selvaggina, che potrebbero sovrastare e nascondere il suo fascino delicato.