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Vini del Trentino-Alto Adige

Situato nell'estremo nord dell'Italia e meno conosciuto del suo vicino veneto, il vigneto del Trentino-Alto Adige si inserisce in un paesaggio montuoso dove è coltivabile solo una piccola parte dei...Mostra di più

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Trentino Alto Adige, la freschezza dei vini di montagna

Grandi vini bianchi e rossi, prodotti dai tipici vitigni autoctoni, la regione viticola del Trentino-Alto Adige, benché piccola e impegnativa, dona prodotti di nicchia e di eccellente qualità. Scopriamo di più.

La ricchezza vini del Trentino Alto Adige

Regione più settentrionale d’Italia, storicamente e culturalmente il Trentino Alto Adige si divide in due zone. A nord, in provincia di Bolzano, si trova l’Alto Adige o Südtirol, di ascendenza austriaca. A sud si trova il Trentino, che corrisponde alla provincia di Trento. E all’incirca allo stesso modo sono suddivise le due DOC principali di questa regione, con l’Alto Adige DOC e la Trentino DOC, sui cui territori si estendono anche altre denominazioni più piccole.

Ad oggi non vi sono vini DOCG in Trentino Alto Adige, il più alto riconoscimento rilasciato dal governo italiano in materia di vini, ma ciò non significa che non sia un territorio pieno di eccellenze. Infatti circa i tre quarti di tutta la produzione vinicola ricade sotto una denominazione di origine controllata, una proporzione decisamente alta rispetto alla media italiana.

 

Trentino Alto Adige
Serpaia di Endrizzi © Matteo Lavazza Seranto

 

 

La ricchezza del patrimonio viti-vinicolo di questa regione si manifesta nella complessità del terroir e nei particolari e unici vitigni autoctoni. La catena delle Alpi occupa gran parte del territorio, specialmente al nord, dove quasi il 90% è costituito da montagne, mentre il resto è collina. Ciò che obbliga a una viticoltura piuttosto esigente.

Tra le uve autoctone più interessanti, che danno origine ai migliori vini del Trentino Alto Adige, troviamo il Marzemino, il Teroldego, la Schiava e il Lagrein per i rossi, mentre per i bianchi troviamo l’aromaticissimo Gewurztraminer, il Kerner, e la Nosiola, uva molto rara al giorno d’oggi ma che si trova alla base del famoso Vino Santo trentino. Tra i vitigni internazionali più diffusi, invece troviamo il Müller-Thurgau, il Pinot Grigio, lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Pinot Bianco. Gli ultimi tre vanno principalmente a costituire il blend dello spumante Trento Doc, una denominazione che produce, appunto, solo bollicine e con il Metodo Classico, come i famosi Franciacorta e i cugini francesi Champagne.

 

Trentino Alto Adige: una tradizione viticola millenaria

La viticoltura nella zona del Trentino Alto Adige si attesta da lungo tempo. Almeno dall’epoca romana, ma si hanno tracce anche precedenti. Sono i monaci Benedettini nel medioevo a ridare vita all’agricoltura della zona, dopo le devastazioni provocate dalle invasioni barbariche. Facendo un balzo in avanti, sotto la dominazione asburgica i vini del Trentino Alto Adige conoscono grande fortuna all’estero e un notevole impulso commerciale. Come non di rado nell’Italia del nord, molte cooperative di viticoltori si vengono a formare, le quali hanno in questa regione in particolare una tradizione piuttosto significativa. Nel 1874 vede la luce l’istituto agrario di San Michele all'Adige con annessa stazione sperimentale di enologia, uno degli atenei più prestigiosi di Europa ancora oggi. Tra la metà dell’Ottocento, con l’arrivo dell’oidio, della peronospora e della fillossera poi, e la metà degli anni ’40, con la fine della Seconda guerra mondiale, si ha una battuta d’arresto nella produzione vinicola. Essa viene però ripresa nel dopoguerra e in particolare a partire dagli anni ’80, quando, insieme ad altre regioni italiane, anche il Trentino Alto Adige si impegna verso una qualità rigorosa, ritenuta ormai imprescindibile.

 

Trentino Alto Adige
Elena Walch © Ruggero Arena

 

Questi, molto brevemente, sono i momenti chiavi della storia della viticoltura nella regione. Al giorno d’oggi la viticoltura è una delle tre voci più importanti dell’economia della regione, insieme al turismo e alla frutticoltura. La superficie vitata si estende su 15.000 ettari, su un territorio che è quasi interamente montuoso. La maggior parte della produzione è in bianco, completata da ottimi vini rossi e alcuni rosati (Kretzer). In totale troviamo 8 DOC (Alto Adige, Lago di Caldaro, Trentino, Teroldego Rotaliano, Trento, Casteller, Valdadige e Valdadige Terra dei Forti) e 4 IGT (delle Venezie, Mitterberg, Vallagarina e Vigneti delle Dolomiti).

 

Un terroir di estremi

Il territorio del Trentino Alto Adige è complesso e diversificato, caratterizzato dall’alternanza fra rilievi e valli. Ciò comporta un ampio ventaglio pedologico e climatico. Nella zona più meridionale si ha un clima mediterraneo, in particolare in prossimità del Lago di Garda, mentre i suoli sono di tipo calcareo. Sulla Piana Rotaliana troviamo terreni ghiaiosi-ciottolosi e un clima subcontinentale, condizioni che creano il terroir ideale per il Teroldego. È qui infatti che quest’uva trova la sua massima espressione. A seconda dell’altitudine si passa da climi freddi, in quota, a temperati nei fondovalle, dove le correnti di aria calda si incanalano e innalzano le temperature. Ecco perché Trento registra ogni estate tra le temperature più alte di tutta Italia. Una parte del territorio del

 

Trentino Alto Adige
© Millésima

 


Trentino è interessata dall’effetto dell’Òra, una brezza che spira dal Lago di Garda, ogni giorno nel pomeriggio.

Le denominazioni più prestigiose si trovano lungo il corso del fiume Adige, il quale più si addentra nel nord della regione, nell’Alto Adige e nelle sue sottozone, più si fa testimone di estremi viticoli. I vigneti sono coltivati nella valle del fiume, così come sui fianchi dei rilievi circostanti con pendenze impressionanti, anche superiori al 30%. Qui i suoli sono per la maggior parte sabbiosi, ghiaiosi e limosi, limosi-calcarei e argillo-calcarei. Il vigneto altoatesino ha la particolarità di situarsi fra i 200 e i 1000 metri di quota.

La pergola trentina è la forma di allevamento della vite più comune, e si trova semplice sui pendii e doppia nei fondovalle.

 

Zoom sul Teroldego Rotaliano DOC

Tra le denominazioni più importanti della regione, in una zona cointeressata dalla Trentino DOC, a nord di Trento, si estende la zona di produzione dei vini Teroldego Rotaliano DOC. Il nome deriva dalla sua situazione geografica nella pianura alluvionale formata dall’Adige e dal Noce, chiamata Piana Rotaliana o Campo Rotaliano. Tra i comuni di Mezzacorona, Mezzolombardo e San Michele all’Adige il vitigno Teroldego ha trovato le condizioni ideali per dare frutti di grande qualità. Questo viene coltivato sul lato destro dell’Adige, dove la ventilazione e l’esposizione al sole sono perfette per il ciclo vegetativo delle piante. Le vigne si trovano ad una quota media di 200-250 m s.l.m. e questa altitudine si ritrova in una gradevole acidità nelle uve, riflessa a sua volta in una bella freschezza nel vino. Il suolo è composto da uno strato limo-sabbioso di 30-100 cm di profondità.

 

Trentino Alto Adige
©Serpaia di Endrizzi

 

Si pensa che il nome Teroldego derivi dal tedesco “Tiroler-Gold” (Oro del Tirolo). È un vino rosso con tannini relativamente leggeri. Il bouquet aromatico si sviluppa sui profumi di frutti di bosco, come more, mirtilli e lamponi. La sua freschezza infinita gli permette di conservarsi anche un decennio in cantina. Quando il Teroldego Rotaliano possiede una gradazione alcolica complessiva minima naturale non inferiore a 11,5 gradi può fregiarsi della menzione “Superiore”. Se viene lasciato maturare per almeno due anni in botte, in etichetta può comparire la menzione “Riserva

A San Michele all’Adige, località Masetto, si trova la cantina Endrizzi. Endrizzi vinifica il Teroldego da decenni e con risultati eccezionali. Assemblato insieme a Merlot e Cabernet Sauvignon (una delle prime proprietà a piantare queste uve nella regione) lo troviamo nel Masetto Nero (Vigneti delle Dolomiti IGT), mentre si trova in purezza nel classico Teroldego Rotaliano e nel Gran Masetto (Vigneti delle Dolomiti IGT), un rosso importante, vinificato con parziale appassimento dell’uva.

 

Zoom sull’Alto Adige DOC

La denominazione Alto Adige ricopre una modesta porzione della provincia di Bolzano e rappresenta uno dei vigneti più a nord di tutta l’Italia. In quest’area protetta dalle Alpi dai venti freddi del nord, grazie all’estrema varietà di altitudini su cui le vigne vengono coltivate, i vini dell’Alto Adige provengono da un ampio ventaglio di uve.

Prestigiosi esempi di vini da Lagrein (colore rosso intenso, ottimo equilibrio tra trama tannica e acidità) si ritrovano nella selezione di Elena Walch, con il suo Lagrein Riserva Vigna “Castel Ringberg”, o della cantina Tramin, con il suo Urban Lagrein Riserva.

 

Trentino Alto Adige
Elena Walch © Ruggero Arena

 

Tra i bianchi troviamo altri cru di Elena Walch, che vale la pena nominare, come il Pinot Grigio “Castel Ringberg” o i suoi Gewurztraminer. Il nome di questo vitigno significa “Traminer aromatico”, dal tedesco, e deriva dalla città di Termeno (Tramin in tedesco), in Alto Adige, appunto. Benché originario del Sudtirol, questo vitigno bianco si è diffuso anche in altri vigneti dai climi principalmente freschi (dettaglio importante, per apportare la giusta acidità, che va a bilanciare l’esplosione di aromi): uno su tutti, nel nord della Francia, l’Alsazia. Morbidi al palato, con un esuberante bouquet aromatico sugli aromi floreali di camomilla e gelsomino, sulla frutta fresca esotica, come litchi, frutto della passione, ananas, e le note speziate, i vini Gewurztraminer hanno un profilo altamente riconoscibile.

Le condizioni estremamente difficoltose in cui la vite viene qui coltivata fanno dell’Alto Adige una zona di produzione che ha da tempo messo in primo piano la qualità a discapito della quantità. Principio che vale d’altronde anche per tutti i vini della regione Trentino Alto Adige.

2.0.0