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Antinori - Tenuta Tignanello

La Tenuta Tignanello è situata tra le valli della Greve e di Pesa, a 30 km a sud di Firenze, nel cuore della regione del Chianti Classico. In questi 127 ettari di vigneto la famiglia Antinori ha più...Mostra di più

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Tenuta Tignanello - Marchesi Antinori, e la rivoluzione del vino toscano

La Tenuta Tignanello elabora vini straordinari a partire da vigneti-gioiello come Solaia e Tignanello, che condividono il magnifico terroir del Chianti Classico e godono dell’antico saper fare firmato Marchesi Antinori.

Tenuta Tignanello, parte della famiglia dei Marchesi Antinori, élite del vino italiano da oltre sei secoli

La Tenuta Tignanello ha il privilegio di trovarsi in un territorio vocato come pochi alla viticoltura. Essa si trova nella zona del Chianti Classico, il cuore storico della regione del Chianti, in Toscana. La Tenuta è proprietà della famiglia dei Marchesi Antinori, famiglia del vino italiano di lunghissima data.

Degli Antinori si sa che già nel XIII-XIV secolo diventano protagonisti a Firenze nel commercio della seta, nel settore bancario e che diversi membri conoscono una certa fortuna in politica. È a partire dal 1385 che la storia della famiglia inizia ad intrecciarsi a quella del vino italiano. È questa la data in cui Pietro Antinori si iscrive all’Arte dei Vinattieri. Da questo momento in poi ci sarà sempre qualche membro della famiglia che si occuperà di sviluppare l’attività vitivinicola.

 

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© Kevin Cruff - Antinori Tenuta Tignanello

 

La famiglia Antinori, che vede ormai un suo ramo felicemente installato a Napoli, dove ottiene la stima del re e riceve il ducato di Brindisi, continua la sua ascesa. Nel 1506 Niccolò di Tommaso Antinori acquista quello che viene chiamato Palazzo Antinori, per la cifra di 4.000 fiorini: uno dei più begli edifici rinascimentali di Firenze, che oggi ospita il ristorante di famiglia, la “Cantinetta Antinori”.

La Tenuta Tignanello, a San Casciano in Val di Pesa, si inserisce dunque in questo contesto di antica e nobile tradizione.

 

Lo spirito avanguardista della Tenuta Tignanello e la nascita dei Super Tuscan

Se al Sassicaia della Tenuta San Guido va il merito di aver dato origine alla febbre per i vitigni bordolesi in territorio toscano grazie al suo successo sul palcoscenico internazionale, la Tenuta Tignanello è una delle prime a cogliere il potenziale di questa rivoluzione.

 

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© Mauro Puccini - Antinori Tenuta Tignanello

 

Il Marchese Mario Incisa della Rocchetta, proprietario alla Tenuta San Guido, inizia alla fine degli anni ’40 la produzione di un Cabernet coltivato a Bolgheri, sulla costa toscana, in una parcella particolarmente sassosa (da lì “Sassicaia”). Ottenendo solo dubbi e sfiducia dai suoi vicini, ostinati partigiani del Sangiovese, il Marchese conserva questo vino ad uso esclusivamente privato per una ventina d’anni. È con l’aiuto di suo cugino, Piero Antinori, e la preziosa consulenza del celebre enologo di casa Antinori, Giacomo Tachis, che nel 1972 esce sul mercato il primo Sassicaia con etichetta 1968.

Più discretamente, la Tenuta Tignanello, sempre grazie all’aiuto di Tachis, già dal 1971 produce un vino rivoluzionario, il primo di quelli che la stampa americana chiamerà poi i Super Tuscan. Si tratta di un vino da invecchiamento, con il Sangiovese come base e i vitigni di Bordeaux a spalleggiarlo, maturati in barrique bordolesi. Da 76.682 viti di antica vigna chiantigiana, nella vendemmia 1971, nasce Tignanello. Così, dopo oltre sei secoli passati ad intrecciare la sua storia con le vicende della Toscana, la famiglia Antinori segna una pietra miliare anche nella storia del vino italiano.

 

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© Antinori - Tenuta Tignanello

 

Comprendendo Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc nell’assemblaggio, il Tignanello non può fregiarsi della DOC Chianti (né della DOCG Chianti quando questa viene riconosciuta nel 1984). Rimane per lunghissimo tempo, infatti, relegato alla menzione Vino da Tavola, fino a quando nel 1994 la Toscana IGT accetta nel suo disciplinare anche i nuovi vitigni.

Dopo la rivoluzione del Tignanello, la tenuta stupisce con un’altra creazione di enorme successo: esce nel 1978 Solaia, un blend tipicamente bordolese di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e, dal 1982, Sangiovese.

 

Terroir del Chianti Classico e saper fare dei Marchesi Antinori: la ricetta per vini italiani indimenticabili

Oggi la Tenuta Tignanello si estende su 319 ettari, di cui 127 ettari vitati, suddivisi in piccole parcelle. Sulla medesima collina sorgono due vigneti che sono i gioielli della corona della tenuta: Vigneto Tignanello e Vigneto Solaia. Il suolo qui è di origini pliocenica, con scheletro ricco di albarese e galestro. Le vigne si trovano ad un’altezza media di 350-400 metri s.l.m. e godono di ampie escursioni termiche. Tutto ciò contribuisce a donare alle uve caratteristiche uniche.

 

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© Antinori - Tenuta Tignanello

 

La tenuta coltiva, naturalmente, l’autoctono Sangiovese, al cui fianco si trovano i non tradizionali vitigni Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Sono presenti anche alcune piccole parcelle di Malvasia e Trebbiano per la produzione del tipico Vinsanto, insieme a 37 ettari di splendidi ulivi. La Tenuta Tignanello è stata, fra le altre cose, anche pioniera per quanto riguarda le densità d’impianto, le pratiche di potatura e la selezione del Sangiovese, allo scopo di ottenere uve con belle concentrazioni e tannini morbidi.

Tignanello, oltre ad aver il primato di un Sangiovese assemblato con varietà non tradizionali, è stato anche il primo Sangiovese ad essere invecchiato in barrique. Innovativo fino nel DNA, il Tignanello è anche uno dei primi vini rossi prodotti in Chianti Classico a non utilizzare uve bianche nel blend (com’era invece abitudine fare fin dai tempi in cui il Barone Ricasoli ha elaborato la sua ricetta del Chianti).

 

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© Antinori - Tenuta Tignanello

 

Solaia, quanto a lui, è l’espressione della più alta cura, passione e ricerca dei Marchesi Antinori. Un vino dal taglio bordolese, realizzato in terra di Chianti Classico, la quale riflette nel bouquet le caratteristiche note floreali e la complessità tipici del terroir.

Il Marchese Antinori, invece, è il Chianti Classico DOCG Riserva della casa, quasi interamente composto da Sangiovese. Esso ottiene la menzione riserva dopo un anno di invecchiamento in barrique di rovere francese e ungherese e un altro anno di affinamento in bottiglia. A dimostrazione che, se lo spirito avanguardista è proprio dell’identità della Tenuta Tignanello quando ci offre vini moderni e dall’attitudine internazionale, essa non dimentica mai la sua nobile tradizione.

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