Château Troplong Mondot
Situato in una regione in cui la maggioranza delle proprietà non supera i 10 ettari, Château Troplong Mondot (fondato nel XVII secolo) costituisce con i suoi 33 ettari una delle più grandi tenute...Mostra di più
Château Troplong Mondot, la valorizzazione di un terroir unico
Arroccato in cima al plateau di Saint-Émilion, Château Troplong Mondot è una tenuta classificata Premier Cru Classé, con una ricca storia da raccontare. Risalente al XVII secolo, questa proprietà ha subito diversi cambiamenti, specialmente negli ultimi decenni, volti a trovare un perfetto equilibrio tra la tradizione e la modernità.
Una storia di cambiamenti a Château Troplong Mondot
Nel XVII secolo la proprietà oggi nota come Château Troplong Mondot apparteneva alla famiglia aristocratica de Seze, già nota a Bordeaux in quanto proprietaria di altre tenute a Saint-Émilion. Il magnifico castello, tutt’oggi presente, è stato costruito dalla famiglia nel 1745. Un secolo più tardi la proprietà viene venduta a Raymond Troplong, da cui proviene l’attuale nome, il quale ha incrementato la superficie del vigneto fino ai suoi attuali 33 ettari. Il domaine è stato poi brevemente di proprietà di un commerciante di vini di nome Georges Thienpont, che ha venduto la proprietà dopo aver acquistato Vieux Château Certain nella vicina denominazione di Pomerol.
Nel 1936, la tenuta è stata acquistata dal negoziante di Bordeaux Alexander Valette, i cui discendenti vi sono rimasti fino al 2017. Quando Christine Valette ha raccolto il testimone della gestione della proprietà nel 1980, ha anche dato il via a una lunga campagna di cambiamenti nel vigneto. È stato durante la sua gestione che i team tecnici hanno smesso di vendemmiare con l’aiuto delle macchine agricole, modificando il metodo di allevamento della vite da singolo a doppio Guyot per concentrare sapori e aromi del frutto. Le vigne di Malbec sono state inoltre eliminate per lasciare più spazio al Merlot. Nel 1985 ha visto la luce il secondo vino della casa, chiamato Mondot.
Si deve ancora a Christine Valette l’assunzione di Michel Rolland e poi Jean-Philippe Fort come enologi consulenti della tenuta. Molte trasformazioni sono state fatte anche in cantina, dove in particolare si è investito in nuove tecnologie, nell’acquisto di nuove botti di rovere francese nelle quali il vino viene fatto invecchiare, nonché 11 nuovi tini di acciaio inox per le vinificazioni parcellari. Tali ammodernamenti traspaiono chiaramente nei vini di Château Troplong Mondot, specialmente nelle celeberrime annate 1989, la sbalorditiva 1990 e la 1998.
Nel 2016 la proprietà è stata promossa allo status di Premir Cru Classé. Xavier Pariente, in collaborazione con Jean-Philippe Fort, ha lavorato con Claude e Lydia Bourguignon, specialisti leader nello sviluppo sostenibile del terreno. Il team ha condotto studi approfonditi allo scopo di trovare nuovi modi per restaurare la biodiversità dei suoli. Dopo la scomparsa di Christine Valette nel 2014, Xavier Pariente subentra nella gestione della tenuta fino al momento in cui questa viene venduta alla compagnia di assicurazioni francese Scor nel 2017.
Recentemente, Aymeric de Gironde ha attraversato la Garonna, da Cos d’Estournel (Saint-Estèphe), per ricoprire il ruolo di CEO a Château Troplong Mondot. Ispirato dalla lunga storia e dal terroir incredibile del vigneto, de Gironde pianifica nuovi ammodernamenti, allo scopo di produrre uno dei migliori vini del mondo. Fra le tante qualità del territorio su cui riposa la tenuta, il nuovo CEO riscontra nell’unicità del suolo cosiddetto Molasses de l’Agenais, la chiave per il raggiungimento del suo obiettivo.
Geografia, terroir e viticoltura a Château Troplong Mondot
I 33 ettari di vigneto di Troplong Mondot si situano in cima all’altopiano di Saint-Émilion e sui suoi pendii, dove i punti più alti sono i 100 metri. Questo rappresenta uno dei più alti punti della denominazione, con viste impressionanti sull’intera città. Le vigne sono piantate su pendii rivolti a Sud-Est e a Sud. In quest’area, la vigna gode di un’ottima esposizione al sole e di un perfetto drenaggio naturale. La freschezza del clima permette anche una più tarda maturazione delle uve, ciò che fa sì che la vendemmia a Château Troplong Mondot inizi solitamente tra le ultime della denominazione di Saint-Émilion. Le uve – 90% Merlot, 8% Cabernet Sauvignon e 2% Cabernet Franc – sono piantate in un terreno unico, noto come Mollasses de l’Agenais. Si tratta un profondo deposito di calcari, tra spessi strati di ghiaia e sedimenti di calcari e pietra focaia.
Per via del relativamente recente ripiantamento, l’età media delle viti è sui trent’anni. D’altronde la tenuta vanta anche alcune viti piantate nel 1926 e altre piantate tra il 1947 e il 1948.
I vigneti sono gestiti tramite metodi di viticoltura tradizionale combinati a un approccio eco-sostenibile, che elimina l’uso di qualunque fertilizzante chimico, pesticida ed erbicida. Sono molte le pratiche messe in campo per ridurre i rendimenti e migliorare il processo di maturazione dei frutti, inclusa la spollonatura in primavera e la defogliazione in luglio. Circa un terzo del totale del vigneto è gestito con tecniche di agricoltura biologica. Infatti, otto cavalli hanno recentemente rimpiazzato i trattori, in modo da arare il terreno senza compattarlo eccessivamente e permettendogli di respirare meglio. Seguendo questa filosofia notoriamente promossa da Claude e Lydia Bourguignon, il team di Château Troplong Mondot si adopera senza sosta per mantenere la biodiversità dei microrganismi del suolo, per mantenere un ecosistema sano fra le vigne.
Il savoir-faire di Château Troplong Mondot
Mentre le pratiche tradizionali sono largamente utilizzate in vigna, le infrastrutture della cantina puntano chiaramente a portare la tenuta nell’era moderna. La strumentazione ha subito un grande rinnovamento nel 2007 e ha visto l’introduzione di tecnologie di selezione ottica con l’annata 2011. Le uve vengono raccolte a mano e completamente diraspate. La vinificazione dell’80-85% del frutto avviene in tini d’acciaio termoregolati. A partire dal 2009 si è iniziato a fare anche microvinificazioni in una parte del raccolto, che oggi ammonta al 15-20% del totale. Le macerazioni a freddo e le fermentazioni alcoliche, in questo caso avvengono in botti da 600 litri. Il vino viene poi aggiunto a una barrique normale per la fermentazione malolattica e la maturazione. Tra queste botti di rovere francese il 75% sono nuove e il 25% sono vecchie di un vino. Qui il vino invecchia per 12-24 mesi.
I vini di Château Troplong Mondot sono noti per la forza e ricchezza che rivelano al palato, per il perfetto equilibrio tra intensità, freschezza ed eleganza. I tannini sono pronunciati e complessi. Al naso questi vini sprigionano aromi di frutti neri – prugne mature, more, ciliegie e ribes nero – accompagnati da note di tartufo, liquirizia, caffè e cioccolato. Le Mollasses de l’Agenais di Saint-Émilion traspaiono in freschezza e mineralità davvero uniche in questa denominazione. Per esprimere al meglio questo complesso bouquet di aromi e sapori, i vini di Troplong Mondot devono invecchiare in bottiglia almeno 8-10 anni. Si sposano divinamente con classici piatti di carne come agnello arrosto, vitello alla griglia, anatra o selvaggina.
Visitare Château Troplong Mondot
Con l’intento di raggiungere i tanti turisti di Saint-Émilion e mostrargli l’art de vivre caratteristica di questa regione, la tenuta Troplong Mondot ha creato anche un magnifico ristorante, chiamato Les Belles Perdrix, nel 2012. In solo quattro anni, il ristorante ha ricevuto la sua prima stella Michelin. Lo Chef David Charrier dà il benvenuto ai suoi ospiti con il suo menu ispirato, capace di accompagnare e valorizzare i vini della tenuta e la generosità del territorio locale. Situata accanto alla cantina, l’accogliente sala da pranzo del ristorante è un luogo perfetto in cui godersi un pasto sapientemente combinato con i vini Troplong Mondot, in una terrazza assolata da cui si ha una vista idilliaca sulla vigna.