Vini Saint-Emilion
Situato sulla riva destra della Dordogna, nel Libournais, Saint-Émilion è una denominazione ben nota agli appassionati dei rossi di Bordeaux in tutto il mondo. La viti-vinicoltura a Saint-Émilion ha...Mostra di più
Il fascino intramontabile di Saint-Émilion
Raffinatezza, eleganza e generosità sono solo alcune delle tante caratteristiche dei vini dell’AOC Saint-Émilion, rossi corposi e strutturati che rendono celebre il territorio di Bordeaux fin dall’antichità.
Vini Saint-Émilion: il nettare degli Dei
La tradizione vitivinicola del territorio di Saint-Émilion ha origini antichissime. Una delle prime illustri testimonianze della presenza di vigneti si legge nelle corrispondenze di Decimo Magno Ausonio, poeta latino del III secolo, originario della zona di Bordeaux. Ci troviamo infatti nella regione francese dell’Aquitania e, più precisamente, sulle alture a destra del fiume Dordogna, nei dintorni della storica città di Bordeaux. Da diversi secoli, i vini delle denominazioni del bordolese sono celebrati in tutto il mondo; basti pensare che il Re Sole definì proprio questi vini come “il nettare degli Dei”.
La denominazione francese deve il suo nome al villaggio di Saint-Émilion, precedentemente conosciuto come Ascumbas. Infatti, nell’VIII secolo il borgo medievale venne rinominato in onore di un monaco chiamato Émilion che vi fondò la prima comunità religiosa della zona, gettando le basi della futura tradizione monastica della città.
Fu grazie ai monaci benedettini stabilitisi in queste terre che si devono non solo gli splendidi edifici storici, come la celebre chiesa monolitica, ma anche lo sviluppo della viticoltura.
La storia della denominazione comincia un nuovo importante capitolo nel 1199, quando il re d’Inghilterra Giovanni Plantageneto vi introduce la “Jurade”, composta da notabili e magistrati locali che esercitavano il controllo sui territori della Giurisdizione di Saint Émilion. Nel 1948 quest’antico consiglio comunale è stato reinterpretato sotto la forma di una confraternita di vignaioli incaricati di promuovere i vini nel resto del mondo.
Questo territorio impregnato di storia e tradizione viene riconosciuto ufficialmente a livello mondiale nel 1999, anno in cui gli otto borghi della Giurisdizione e il vigneto entrano a far parte dei siti patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Una terra di A.O.C. prestigiose
I vigneti di Saint-Émilion si estendono su una superficie di 7500 ettari che accoglie ben quattro A.O.C. (Appelations d’Origine Contrôlée, equivalente francese delle nostre DOC): Saint-Émilion, Saint-Émilion Grand Cru, Lussac Saint-Émilion e Puisseguin Saint-Émilion.
L’A.O.C Saint-Émilion (creata nel 1936) e l’A.O.C. Saint-Émilion Grand Cru (creata nel 1954) si estendono su uno stesso territorio di 5400 ettari che comprende i comuni di Saint-Émilion, Saint-Christophe-des-Bardes, Saint-Hippolyte, Saint-Étienne-de-Lisse, Saint-Laurent-des-Combes, Saint-Pey-d’Armens, Saint-Sulpice-de-Faleyrens, Vignonet, e una parte del comune di Libourne. Il vigneto affonda le radici in un terreno composto principalmente da argilla e limo, ma occasionalmente anche da ghiaia e sabbie. Alla base dell’eterogeneità e della qualità dei vini vi è proprio questo mosaico di terroir dalle caratteristiche uniche.
La classificazione dei vini di Saint-Émilion
Per poter ottenere le denominazioni A.O.C. Saint-Émilion e Saint-Émilion Grand Cru, le proprietà devono sia essere situate su un determinato territorio, sia rispettare scrupolosamente il disciplinare di produzione stabilito.
La prima classificazione avvenne nel 1955, anno in cui il Sindacato Viticolo decise di creare una classificazione dedicata unicamente a questa A.O.C. prestigiosa. Pertanto, le tenute viticole già appartenenti ai Saint-Émilion Grands Crus possono essere classificate secondo tre livelli di merito:
- Saint-Émilion Grand Cru Classé
- Saint-Émilion Premier Grand Cru Classé
- Saint-Émilion Premier Grand Cru Classé A
La particolarità di questa classificazione è che viene rivista ogni dieci anni, garantendo così un livello qualitativo rinnovato costantemente. Alcuni dei criteri considerati dalla Commissione incaricata della classificazione sono: le tecniche adottate in vigna e in cantina, la politica di comunicazione e di distribuzione in Francia e all’estero, la fama della proprietà viticola.
L’ultima classificazione effettuata dall’INAO (Institut National de l’Origine et de la Qualité) e dal Ministero dell’Agricoltura risale al 2012 e vede premiati ben 82 château, di cui quattro Premier Grand Cru Classé A: Château Cheval Blanc, Château Pavie Macquin, Château Ausone e Château Angélus. Generalmente gli château dell’AOC sono proprietà di dimensioni relativamente ridotte, con una media di otto ettari di viti. La produzione si concentra completamente su vini rossi caratterizzati da tannini pronunciati e da una bella struttura.
Altri importanti produttori di questa denominazione che vale sicuramente la pena menzionare sono lo Château La Gaffelière e lo Château Canon, acquisito nel 1760 da un corsaro del re.
Un mosaico di vitigni e terroir
La ricchezza del terroir deriva della perfetta simbiosi tra diversi elementi naturali: la notevole varietà geologica (i suoli possono essere calcarei, argillo-calcarei, sabbiosi e ghiaiosi), il microclima continentale temperato e la posizione in dolce pendenza che permette un’ottima esposizione ai raggi del sole.
Il vigneto si trova sulla riva destra della Garonna, ad una quarantina di km da Bordeaux, beneficiando di una posizione ottimale grazie alla presenza dei fiumi Isle e Dordogna.
L’impianto del vigneto vede come protagonista indiscusso il Merlot, che copre più del 60% della superficie totale. Proprio al Merlot si devono la rotondità, la complessità, la sensualità e la generosità dei vini di Saint-Émilion, così come i sentori di frutti rossi e neri quali la mora e l’amarena. Preziosi aiutanti del Merlot sono poi il Cabernet Franc, che apporta finezza ed eleganza grazie ai tannini e agli aromi pronunciati, ed il Cabernet Sauvignon che, seppur presente in minor quantità, regala ai vini delle note speziate e contribuisce alla loro longevità; i vini di Saint-Émilion hanno infatti un potenziale di invecchiamento davvero eccezionale.
Lo stile intramontabile dell’affinamento
In generale, i vini di Saint-Émilion si dimostrano concentrati e possenti oppure raffinati ed eleganti. Le diverse sfumature aromatiche dipendono infatti non solo dalla varietà d’uva, ma anche dalle diverse tecniche di affinamento. Se l’affinamento in barrique genera dei vini di grande complessità aromatica con sentori tostati o affumicati, l’affinamento in bottiglia rivela invece note minerali e speziate (come spezie dolci e vaniglia) accompagnate da un aroma tartufato.
Se inizialmente i vini si presentano color rosso rubino, col passare del tempo sviluppano tonalità arancione rosso mattone dai riflessi brillanti. Corposi e ben strutturati, in bocca rivelano tannini rotondi e levigati pieni di finezza che contribuiscono a creare quella generosità e complessità che vi conquista sorso dopo sorso.
Per degustare al meglio questo vino bordolese, si consiglia di servirlo ad una temperatura ideale di 18°C. Le varie pratiche per preparare la bottiglia alla degustazione variano a seconda dell’annata di imbottigliamento del vino. Se il vostro Grand Cru ha tra i sei e gli otto anni, è preferibile decantarlo in una caraffa due ore prima di berlo, perché possa sviluppare gli aromi e ammorbidire i tannini attraverso l’areazione.
Questi vini si sposano perfettamente a pietanze a base di carne rossa, come l’agnello e il manzo, ma anche ad alcuni tipi di formaggi come il Brie, il Camembert e il Roquefort. Nonostante si tratti di rossi di notevole carattere, questi vini vengono abbinati sin dal XIX secolo a dei dolcetti tipici della zona: i macarons. Questi pasticcini alle mandorle non sono i classici macarons colorati tipici della Francia, ma biscotti sottili e delicati che furono offerti alla Fiera Mondiale di Parigi del 1867 accompagnati, appunto, dai vini di Saint-Émilion, abbinamento che riscosse un incredibile successo.